Ventennale del Monumento alle vittime del Pettegolezzo e dell’Invidia

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monumento pettegolezzo

monumento pettegolezzo

Il 26 giugno 1994 Berceto accoglieva, su iniziativa di Luigi Lucchi e Livio Bernini, Don Antonio Mazzi ed Emanuela Barilla per inaugurare un monumento, voluto da privati, che ricorda le vittime del pettegolezzo e dell’invidia. Un monumento unico al mondo che porta a compite riflessioni ogni visitatore anche occasionale che passa in Via Julia a Berceto.

In fondo, che male c’è? Non ho mica ucciso qualcuno!» è questa la giustificazione che ci diamo, non appena aver ceduto ad una delle tentazioni più diffuse e difficili da estirpare, quasi fosse intrinsecamente legata alla natura umana. E che, seppur particolarmente feconda sulle bocche femminili, non risparmia neppure gli uomini. Di che parlo? Pettegolezzi, dicerie, che spesso diventano ingiurie ben più offensive, rivelandosi calunnie, spesso senza alcun fondamento che minano la dignità e la credibilità delle vittime e viaggiano a  gran velocità in ogni direzione, intaccando la serietà e la tranquillità di chi ne è stato fatto oggetto.
Non solo, in molti casi si tratta di parole al vento, prive di qualsiasi fondamento, e si arriva persino a molto, molto peggio: alle volte, si tratta addirittura di insinuazioni diffuse ad arte, proprio con l’intenzione di ferire chi è protagonista di queste chiacchiere di paese o di quartiere. Quando non di parrocchia. Ben lungi dall’essere “chiacchiere innocenti”, tanto per rompere il silenzio condominiale o il gelo che cala nei fugaci e occasionali incontri nei luoghi comuni (intesi come posti frequentati da chi vive nello stesso palazzo!), sono purtroppo vere e proprie armi, consapevolmente utilizzate per isolare l’avversario e sconfiggerlo con l’attacco più potente: quello della solitudine e dell’indifferenza. Del resto, meccanismi molto simili accadono anche sul luogo di lavoro. Non si svolge forse in questo modo il mobbing, che punta a distruggere interiormente le persone, fino a costringerle a una resa innocua e pacifica?

Questi argomenti, dopo ripetuti richiami di Papa Francesco: “i paesi muoiono per le chiacchiere, l’invidia e la gelosia”, assumo, con nuovo vigore interesse soprattutto a Berceto dove esiste da venti anni questo monumento, unico al mondo. In occasione del ventennale, quindi, l’Amministrazione Comunale, che considera l’obiettivo di promuovere una Comunità coesa, capace d’avere il desiderio unanime del rispetto di tutti, ha organizzato un grande incontro, alle ore 21.00, in Piazza San Moderanno, con Don Angelo Busi parroco di Borgotaro che affronterà queste tematiche. Prima della conferenza, per dare un tocco internazionale all’evento, visto che il problema della maldicenza non riguarda solo Berceto e l’Italia, ci saranno dalle ore 20, spettacoli con danze di ragazzi Turchi ed Indonesiani nell’ambito del Festival Internazionale dei Giovani.
Verrà inoltre simbolicamente rappresentata, anche se non in modo cruento, per rimarcare il danno delle chiacchiere, la penitenza, che San Filippo Neri aveva dato ad una chiacchierona di Roma:
Un giorno, una chiacchierona nota in tutta Roma, andò a confessarsi da San Filippo Neri. Il confessore ascoltò attentamente e poi le assegnò questa penitenza: “Dopo aver spennato una gallina dovrai andare per le strade di Roma e spargerai un po’ dappertutto le penne e le piume della gallina! Dopo torna da me!”.
La donna, un po’ a malincuore, eseguì questa strana penitenza e andò a riferirlo a Filippo Neri
Lui le disse: “La penitenza non è finita! Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso!”. “Tu mi chiedi una cosa impossibile!”, disse la donna
E il confessore le rispose così: “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere! Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto! Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.

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