Come ti ho già scritto tempo fa (ma poi perchè avrò questo problema di localizzare temporalmente gli avvenimanti…mah), le manifestazioni natalizie e il materiale da pubblicare sono notevoli.
O, perlomeno, lo sono abbastanza considerando il fatto che Natale l’ho passato a letto con l’influenza e il capodanno ero abbastanza impegnato nell’organizzare una festa “tete à tete” con alcuni amici.
Foto o non foto, le considerazioni sono da farsi, eccome.
Specialmente se si vuole paragonare Bedonia a Borgotaro (cosa che mi piace tanto).
E’ inutile mentire e, sinceramente, non mi riesce più come una volta (eh l’età).
Bedonia ha fatto piagere i sassi del Taro e anche quelle del Pelpirana si devono ancora riprendere.
Se non si fosse stati in pieno inverno ci sarebbero state le (classiche) balle di fieno che rotolavono nelle vie (avete presente certe mitiche scene di Leone!?!?!).
A Borgotaro, almeno, ci hanno provato.
Sempre con le “aficionados” bancarelle, ma almeno c’era un’atmosfera viva.
La pista da pattinaggio, con la musica a bomba, teneva a distanza il reparto geriatrico che, a questi punti, doveva essere per lo meno a Bedonia.
Ed invece nulla.
Anche gli esercizi commerciali piangevano miseria, facevano pietà e a poco è servita l’idea di “ricchi premi e cotillons” dell’associazione di categoria.
Il tutto contornato da l’ennesima polemica sugli addobbi e luminose natalizie che, ancora, trova restio più di qualche esercente nello scucire un contributo.
E poi vogliono il commercio.
Mi torna alla memoria un vecchio discorso sull’apertura o meno dei negozi, la domenica, a Salsomaggiore…
Tenere chiuso non credo faccia rima con turismo.
E per fortuna che ci pensa un “ragazzo” di oltre 80 anni a rallegrare un po’ i (pochi) bambini del centro di Bedonia.
Una caramella, in un freddo pomeriggio di tristezza, da questo stacanovista Babbo Natale.
Ecco cos’ha saputo offrire Bedonia.
Non fatemi parlare a riguardo della mostra allestita nel tugurio dell’ufficio turistico perchè, per due volte, l’ho trovata chiusa e se non era per Simon scommetto che nemmeno voi ne eravate a conoscenza.
Ma su chi puntare il dito?
Sinceramente, ripiego il dito e lo stringo nella mano mentre la metto in tasca.
Sperando in tempi, giunte e persone migliori.
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