La dodicesima edizione della Fiera del Fungo di Albareto (PR) si è chiusa domenica 9 settembre con un pieno di partecipanti.
Una domenica da “tutto esaurito” per una manifestazione alla quale riuscita partecipa attivamente tutta la (poca) popolazione del Comune di Albareto.
Da quest’anno, poi, la fiera ha carattere nazionale e gli eventi collaterali alla manifestazione vanno dalla prova di abilità con la motosega al percorso in mountain-bike.
La Fiera del Fungo di Albareto (PR), da quest’anno, si può vantare del titolo di Fiera Nazionale.
Un traguardo inaspettato ma cercato in tutti i modi dai suoi organizzatori e, crediamo, da tutti i volontari delle varie associazioni e singoli, che fanno di tutto per la riuscita della manifestazione.
Ottimo afflusso di persone nelle quattro giornate e gran numero di espositori.
A tal proposito credo che almeno alcune segnalazioni andrebbero fatte.
Se si dovesse unire in un’ipotetica grande manifestazione gli abitanti dell’alta valtaro direi che opterei per questa divisione dei ruoli:
ai bedoniesi farei organizzare l’evento dal punto di vista scenografico e degli spazi lasciando ai volenterosi albaretesi la gestione del personale addetto all’evento.
Agli imbattibili borgotaresi il lato delle pubbliche relazioni, sponsorizzazioni e pubblicità.
Le pecurialità di questi tre comuni nell’organizzare le feste sono proprio queste.
Se, infatti, la Fiera del Fungo di Albareto riscuote un gran successo questo deriva dalla moltitudine di volontari che fanno di tutto: assistono al parcheggio, algi stand, alla cucina e alla sala, al bar e ovunque si vedono magliette rosse dello staff pronti ad aiutarti.
Pessima invece l’organizzazione degli spazi e del traffico.
Domenica, per esempio, era da aspettarsi un gran afflusso di macchine e persone: assurdo dirottare tutti dentro alla zona fieristica causa mercato nella strada principale.
Sensato sarebbe stato mettere le bancarelle proprio tra le strutture fisse della fiera ed il PalaFungo consentendo una maggiro sicurezza anche per i pedoni che non avrebbero dovuto, di tanto in tanto, lasciare il passo alle auto che cercavano un parcheggio.
Arrivati poi, al traguardo del “Nazionale”, ora la Fiera dovrebbe specializzarsi.
Non la quantità ma la qualità.
Se Fiera del Fungo deve essere allora al bando gli espositori di chincaglierie, di posate, di portoni…insomma diamo un anima al tutto.
Funghi, diciamoci la verità se ne sono visti pochi.
Molti acquisti ci dicono gli organizzatori e moltissimi quelli finiti in padella e pentoloni ma, nella sostanza, solo la nuova struttura del PalaFungo ospitava qualcosa di strettamente a tema.
Il resto, quest’anno dalla disposizione caotica, era una babele.
Non si capiva bene dove si poteva entare, dove si riusciva ad uscire, dove si doveva andare: io mi sarò perso 5 volte su 5, costretto a interminabili giri su me stesso tra una moltitudine di altre persone sperse, bloccate dal filo di recinzione.
Belle le serate in musica e ottima la preparazione dei piatti tipici con l’immancabile fungo porcino…locale.
Chiaramente (ma non si potrebbe parlare male di una FIera del genere nemmeno facendo finta) il successo della manifestazione prosegue ogni anno consolidando, a mio avviso, la leadership nel settore locale anche se, a Borgotaro ci tengono alle trenta e passa edizioni e chiamano la loro manifestazione indistintamente Fiera del Fungo e Fiera delle Produzioni Tipiche a seconda di cosa tengono a rimanrcare: se il fatto che il Fungo IGP sia di Borgotaro (verità parziale) o giustificare la presenza di bancarelle e stand di ogni cosa (così come i cugini albaretesi).
Chi la spunterà?
Accadrà mai una fusione, magari in campo neutro?
Non lo si può dire, al momento ma, con tutta probabilità, l’avrà vinta chi (anche ridimensionandosi) si dedicherà maggiormente al rimanere in tema con i funghi.
Mille presenze e 30 espositori in meno ma più qualità e autorevolezza…meditate gente.
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