La diminuzione della popolazione italiana

Attualità e Società

Eccomi, dunque, davanti al PC. Stasera sudo. Comincia a far caldo. Spira nell’aria un presagio di afa. Ho appena consigliato a mia moglie di cenare fuori. Il cauto silenzio e il suo viso dubbioso mi hanno fatto indovinare i suoi timori, anche se lei ha cercato subito di fugarli. Vero, non intendo farmi alcun male: pesce, non pizza! Mentre si prepara, scrivo.

Ormai è davanti agli occhi di tutti noi la diminuzione della popolazione italiana. Io ho due figli, ma secondo calcoli statistici in Italia abbiamo in media un figlio a famiglia, mentre, come sembra, per conservare nel tempo la consistenza della popolazione ogni famiglia dovrebbe avere un numero di figli doppio dell’attuale, cioè 2 figli. A me pare che la stampa e soprattutto i politici non abbiano fatto leva su due elementi che potrebbero aiutare a migliorare la situazione. Il primo è di carattere ideale e di orgoglio: andando avanti di questo passo fra alcuni anni non ci sarà più un vero italiano in Italia. Ci si consola dicendo che la popolazione italiana rimane costante per merito degli immigrati. A prescindere che non è certo che tutti gli immigrati attuali rimarranno per sempre in Italia, basta pensare agli emigrati italiani nel mondo che, se possono, rientrano in Italia. C’è da domandarsi se questi immigrati vorranno veramente amalgamarsi con noi, o non preferiranno, come mi risulta avvenga per buona parte dei turchi in Germania, rimanere separati e ancorati alle loro tradizioni. La seconda considerazione è che i politici italiani sono i primi a non dimostrarsi consapevoli della gravità del problema: i provvedimenti finora adottati a favore delle famiglie che mettono al mondo figli sono ridicolmente insufficienti. E dire che essere genitori è una delle esperienze più belle che ci sono. Gabriele ha 20 anni e Alessandro 12, ma mi ricordo bene quando erano piccoli. La visita dell’ostetrica. Il bagnetto, il cambio dei pannolini. Gli annessi e connessi: i marsupi, le carrozzine, i lettini, le culle di vimini, i biberon, gli sterilizzatori. Adoravo tutto questo. Passavo la metà delle mie ore non lavorative a cullarli. Non mi sono accorto che mia moglie, sogghignando, sta leggendo quello che ho scritto. “Non ti preoccupare” mi fa “quando diventeremo nonni ricomincerà tutto da capo”. Ne dubito. Le conclusioni traetele voi.

Scritto da Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

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