La storia, le storie, che si possono raccontare di Pontremoli in provincia di Massa Carrara sono molte.
Tante partono da distante, come tempo e come “strada“: su tutte la via Francigena che l’attraversa.
Il racconto di oggi si intreccia tra le sue radici e la mia esperienza con quel che basta di cazzeggio per avere una ricetta completa e, spero, squisita.
Non molto distante dalla valtaro, Pontremoli, lo si raggiunge in una quindicina di minuti dalla stazione ferroviaria di Borgotaro, attraverso la linea Parma-La Spezia; minuti che diventano però quaranta se si viaggia in macchina lungo il passo del Bratello mentre in autostrada, dato che il casello più vicino riporta si la scritta Borgotaro ma di fatto è a Ghiare di Berceto, è più veloce come velocità ma il tempo è addirittura di più (a Pontremoli, l’uscita è vicino al centro cittadino).
Stranezze della vita.
Appena lasciato Borgotaro alle spalle si procede lentamente: le curve sono tante e alcune anche molto pericolose, la fitta boscaglia, i dirupi prima a destra e poi a sinistra meritano attenzione.
L’ambiente circostante, invece, va rispettato e goduto al tempo stesso.
Non abbiamo fretta, procediamo.
Passati per Grondola e poi per Valverde si apre a noi la piana di Pontremoli con le sue ottime strade e quella sensazione che attanaglia tutto: l’impressione che tutto sia in fase di ristrutturazione.
Nulla nuovo nuovo.
Nulla vecchio vecchio.
Cerco di spiegarmi.
La millenaria storia di Pontremoli porta con se, giocoforza, architetture romaniche, castelli, chiese, affiancate e soffocate da case e costruzioni nuove.
Sia in un caso che nell’altro non si capisce dove finisce uno ed inizia l’altro (non prendetela in maniera letterale e, soprattutto, non vuole essere un’offesa).
La casa nuova ha magari ancora da finire i serramenti, la ristrutturazione della chiesa ha lasciato per un secondo momento un’ala, la via è per metà asfaltata e per metà no etc. etc.
Il mix di antico e moderno lascia spaesati ancor di più un “turista”.
Si, “turista”, perchè Pontremoli lo conosco abbastanza bene. Conosco le vie e conosco i posti, le case, i giardini.
Così, come una guida turistica, accompagno il mio bellissimo ed unico (in più sensi) viandante attraverso quanti più luoghi. Sperando di non affaticarlo e di fargli godere una buona giornata in un comune diverso dal solito.
La giornata non è delle migliori ma chiunque viaggi lo sa bene: non è nelle giornate di pieno sole che si fotografa meglio e che si vedono le sfumature di una città.
Solo quando pioviggina si vede, ad esempio, al meglio una città e degli abitanti come a Parma.
Nella fattispecie la giornata, oltre che nuvolosa, è spazzata da un vento come se si trattasse del monte Annapurna.
Mi stavo chiedendo, prima di cimentarmi con questo articoletto, se fosse giusto e doveroso sciolinare dati e date storiche su Pontremoli per farvi capire meglio la giornata; risposta: “ma assolutamente no”!
Quindi se volete sapere quanti abitanti ha o che clima gode vi rimando alla sempre presente WikiPedia (ed io me ne lavo le mani 😉 ).
Il giro che propongo è molto semplice, veloce e fa vedere alcune tra i posti più raggiungibili e belli rimanendo intorno al centro abitato:
ci si parcheggia vicino al Teatro della Rosa quindi, se arrivate in macchina e vedete alla sinistra la stazione ferroviaria, fermatevi che avete tirato dritto: è prima!
Da notare come, nel parco, i personaggi dei racconti per bambini dominano il tema delle statue. Si trova Pinocchio ma anche Pluto e Topolino. Subito lo sguardo cade sul ponte romano, sul Convento e sulla prima chiesa, quella di Nostra Donna.
Ci dirigiamo verso piazza San Francesco e poi verso il Castello del Piagnaro.
Scendendo, verso il centro, come non notare il Duomo e la piazza del Comune.
Questo brevemente il tragitto e queste le foto:
Quello che ho vissuto su quelle strade, in questi posti, con queste persone negli anni di studi non lo si può raccontare. Primo perchè sarebbe cosa lunga e noiosa ai più, poi per alcuni retroscena imbarazzanti e successivamente perchè, ancora, non mi va di farlo.
Forse, tra anni, usciranno le mie memorie e, allora, ci sarà da divertirsi.
L’unico aspetto che non appare dalle foto è che merita di essere citato è il carattere gioviale degli abitanti di Pontremoli e della Lunigiana in generale. Toscani è la parola che meglio li definisce: in quel suo concetto allegro e schietto. Sincero e divertente ma sempre rispettoso di tutti.
Degli anni di accoglienza ai pellegrini hanno fatto tesoro.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.