Licenza di “uccidere”

Editoriale

Bannare che passionePreambolo: il post è molto lungo ma merita lettura, riflessione e commento.
Caso curioso, singolare direi, che ci è successo di vedere in questo fine settimana.

Anzi, siamo stati proprio protagonisti di questa faccenda dai risvolti cupi, tetri: una pulp-story con violenze, accuse, esclusioni e richieste di eliminazione.
Noi ci siamo ancora, bussiamo forte alla porta del web e, alcuni, ci escludono.

Pazienza.

Chi ci segue a volte non mi conosce personalmente.
Nemmeno sa chi sono.

Non amo apparire a convegni o comizi, forse non mi è nemmeno capitato di essere invitato (a si, una volta forse, quando ho vinto il Local Contest al Bardi Web Award nel 2002).
Non amo coltivare amicizie di comodo, ne nella vita privata e nemmeno in quella virtuale del web.
Proprio per questo, così come nella vita privata, il mio nome non viene ricordato.
Non viene ricordato ciò che nel web ho costruito e sto portando avanti: una piccola comunità di persone, un piccolo luogo sperso nell’appenino tosco-emiliano che si affaccia nel web con le sue passioni, le sue manifestazioni, le sue faccie.

Altri webmaster, costruttori di idee nel mondo virtuale, hanno ben più successo, potere e visibilità.
Sicuramente maggiori e migliori qualità…possibilità.

Questo è il caso di “Ludo” Magnacavallo, primo a suo dire, ad aver importato il podcast in Italia nel 2004, co-fondatore di un network-blog e creatore, in oltre, di una classifica di blog italiana che, poi capirete, ci vedeva 4° tra i blog locali e circa 700 (su 1600 altri blog) nella generale.
Ci vedeva in quanto siamo stati esclusi.

Bannati.

Nel frattempo, per email, ci giunge una richiesta che, da subito è sembrata legata a quest’ultimo fatto.
Ci scrive un tale Marco dicendo:

Buongiorno, vogliate rimuovere al più presto qualsiasi contenuto ripreso senza
autorizzazione dai blog del nostro network.

Chiediamo spiegazioni della paternità di questo messaggio alla direzione del network stesso e ci risponde un socio di Magnacavallo, Luca Lizzeri (Ingegnere Elettronico):

Sul suo sito sono presenti pubblicità, che ne evidenzia uno sfruttamento commerciale. Ergo, i termini della licenza sono violati.
Senza contare il fatto che la mera ripubblicazione non aggiunge alcun valore al suo e al nostro blog (in questi etichetta vuole che sia sufficiente un link al contenuto originale, piuttosto che un copia/incolla). Inoltre, i motori di ricerca infliggono una penalità ai siti che presentano contenuti duplicati, cosa che farebbe “male” a noi come a lei.

E’ infatti da tempo che i contenuti di questo sito si sono impreziositi di articoli provenienti da fonti esterne (fonti che potrebbero non essere conosciute a chi ci visita): alcune ci giungono per email, altre grazie al contributo diretto di altri redattori, altre ancora, grazie ad una particolare licenza (la spieghiamo in seguito) vengono inseriti automaticamente (a volte ogni giorno).
Nei casi in cui ci è stato possibile ho, per email, richiesto il permesso prima (cosa che la licenza stessa non prevede).
Ma di che licenza si tratta?

Creative Commons, che favorisce la condivisione dei propri elaborati (testi, musica e quant’altro) a patto di rispettare alcune regole (il nostro sito stesso la utilizza).
La licenza inizia così:

Tu sei libero:
di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest’opera

Poi aggiunge le condizioni a cui sottostare, che possono essere scelte tra alcune combinazioni ma che, le nostre e più comuni recitano:

Attribuzione: devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza. Non commerciale: non puoi usare quest’opera per fini commerciali. Non opere derivate: non puoi alterare o trasformare quest’opera, ne’ usarla per crearne un’altra. Ogni volta che usi o distribuisci quest’opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col titolare dei diritti d’autore utilizzi di quest’opera non consentiti da questa licenza. Fonte: Creative Commons Deed

Oltre alla email ed al ban, “Ludo”, ci dedica anche un articolo su qix.it, che per brevità vi rimando alla lettura QUI
Da sottolineare alcuni passaggi:

“Amici Amici”, un blog che si propone come blog locale della Val Taro, ha la brutta abitudine di riprendere pari pari contenuti da alcuni dei blog più letti.

Brutta abitudine?
Ma se vengono rilasciati con una licenza che, anzi ne incoraggia la diffusione, anche ripubblicandoli.
Per esempio alcuni lettori del blog di Beppe Grillo, ne stampano i contenuti e li distribuiscono gratis nei bar. Altra cosa, noi siamo valtaresi ma non ci rivolgiamo solo ai valtaresi quando scriviamo. Aggiunge il fatto che gli articoli, nella pagina originale, si aprano con una cornice (in alto) che mantiene un link e della pubblicità di AmiciAmici.com
Ritenendolo, anche io, un comportamento ETICAMENTE poco corretto ho pensato che fosse, effettivamente, giusto far vedere la pagina originale a dimensioni massime.
Aggiunge:

Un modo furbo e decisamente poco “etico” di migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca e fare qualche soldo, a danno di chi i contenuti li produce.

Prima di tutto, io stesso produco contenuti (32 puntate di quel podcast che lui stesso ha portato in Italia) che si chiamano foto (qualche decina di migliaia), articoli (penso almeno un migliaio) e tutto ciò che ruota attorno (dal forum a scendere).
Io stesso mi proteggo dai furbetti e cerco di rispettare chi, come me, si fa “il mazzo” (spesso per niente) ma anche chi crea i portali, le società, i network e ha centinaia di scribacchini non pagati che generano milioni di pagine viste al mese.
Una riprova è anche in questo post sul forum e, guardate che se Mauro lo dice di me, significa che ahimè ci crede davero!
Dunque dicevo, che il fatto etico mi stava prendendo la mano e cominciavo a levare alcune storture di interpretazioni possibili della licenza rispetto all’uso che facevo io degli articoli, quando mi sono incapponito.
Per prima cosa ho ricontattato alcune delle mie fonti (chi sono riuscito a contattare) eho chiesto se potevo utilizzare gli articoli nel modo e maniera che stavo facendo.
Tra tutte le opinioni mi interessavano in particolare due “esperti”, famosi e rispettati nel mondo dei blog, dell’informazione e dell’autorevolezza: Paolo Attivissimo (definito “l’antibufala” ha smontato le tesi complottistiche o meno sull’undici settembre, ospite a Matrix, su Skytg24, curatore di una tramissione sulla radio Svizzera Italiana) e la testata giornalistica Punto-Informatico (attiva su internet dal 1996 con migliaia di articoli ed esperti): entrambi veicolati su questo sito, come gli altri, ad averci risposto.
Paolo Attivissimo:

Va benissimo, non ti preoccupare, anzi apprezzo la correttezza!

Punto-Informatico:

nessun problema, mi sembra che sia rispettata appieno licenza e, cosa più importante, netiquette

Mi sono accigliato e ho fatto altre richieste di spiegazione QUI (il newsgroup sul diritto applicato ad internet) e QUI (il newsgroup dei webmaster). Degna di nota la risposta che ha dato Plasson prima di conoscere chi era stato a fare tale richiesta:

La definizione di “uso commerciale” è sì controversa (sulla lista di CreativeCommons.org ci sono stati 2 mesi di discussione), ma non COSI’ controversa.

Venuto a conoscenza dei fatti nella completezza ha aggiunto:
ludo ha preso una cantonata abbastanza grossa.

Prima di questi pareri il mio concetto di “scopo commerciale” era, ad esempio, se io stampavo l’articolo e lo vendevo ad un euro. Non mi sembra la stessa cosa di quanto accade in questo sito, nemmeno nell’ipotesi che, dopo aver letto l’articolo, un visitatore, cliccava su di un banner facendomi “guadagnare” 10 centesimi. Infatti il banner non mi genera introiti nel momento in cui una persona legge l’articolo ma in seguito ad una sua, successiva azione.
Sempre per la possibile interpretazione che se ne poteva dare e, nella volontà di non lucrare su contributi di altri, ho eliminato i banner in prossimità e nella colonna dove espongo articoli di altri.

Penso di aver rispettato, sia prima che ora, le leggi e le varie licenze e dimostrato la mia volontà di agire correttamente.
In questo caso mi è sembrato che, a volte, alcuni siti si fregiano di una licenza libera, aperta, condividere è diventato cool, ma che, sotto sotto quando vedono i loro articoli su altri siti gli rode.
Gli brucia che, un’altro sito, abbia degli accessi in più grazie ai loro articoli.

Trovo ridicolo il fatto che si sbandieri, come violazione, la penalizzazione sui motori di ricerca in caso di contenuto doppi.
Per prima cosa solo alcuni motori di ricerca si basano eclusivamente sul contenuto della pagine, aggiungo che il numero di visitatori di un sito, il suo pagerank, i link in entrata la fanno spesso da padrone nel modo e nella posizione in cui si è indicizzati o si risulta primi piuttosto che ultimi facendo una data ricerca. Inutile dire che non dipende da me variare le strategia dei motori di ricerca. La licenza sopracitata non mi vincola a postare una parte dell’articolo, non mi impone di visualizzare solo il titolo, non mi impone di mostrare l’articolo in home page, non mi impone di mostrarlo insieme ad altri.

In questo caso, ognuno è libero di fare e bannare chiunque in casa propria ma, prima di definire “furbetto” o di dire che posso essere denunciato io aspetterei un attimo. Chiunque può essere denunciato, è vero, poi bisogna vedere chi vince.

Ma è vero, ritorno sempre al fatto iniziale, noi non siamo nessuno, il sito è poco visitato e non siamo amici di XXX, supermegacazzutopersonaggio con idee, società, e viaggi d’affari in Nepal. Noi abbiamo un sito locale sulla valtaro (???) e ci crogioliamo con le entrate della pubblicità alle spalle del piccolo e povero editore.

Mi chiedo: ma il piccolo editore ci guadagna quando 100 persone scrivono sul suo media? Li paga?

Peccato perchè a questa domanda potevo avere certamente risposta da “Ludo”, che magari tra le tante cose sapeva anche questo. Peccato che non abbia più consentito di scrivere commenti al suo articolo ritenendo (sempre perchè ognuno è padrone a casa proprio) che altre “chiacchere” sarebbero state superflue.

Aveva ragione. Ha ragione.

P.s.: per chi volesse leggere gli articoli pubblicati da altri siti vi consiglio di andare sull’aggregatore, appunto, di Qix.it che è cosa diversa da quanto facciamo in questo sito perchè, non ha pubblicità, non pubblica tutto l’articolo e non apre il sito originale in un frame. Peccato che non tutti i blog che cita abbiano licenze Creative Commons che, a mio avviso dal punto di vista etico, apre più di un discorso ma mi guardo bene dal dire che sarebbe denunciabile.

P.s.2: da ora in poi abbiamo modificato l’esposizione degli articoli secondo i suggerimenti, abbiamo fatto bene?

P.s.3: sapete che la licenza del blog di Ludo ci consentirebbe di postare i suoi articoli sul nostro sito anche se fossimo un sito commerciale (sempre a patto di citarne la fonte), cosa dite, lo faccio?
Naaaaa, non credo che vi interesserebbe ciò che scrive. Sbaglio?

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