Le mani e il sasso

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Simposio di sculturaDall’uso povero alla sublimazione dell’opera artistica.

Un tragitto lungo e colmo del sudore della fronte di molte generazioni locali.
L’estrazione dura e faticosa come il lavorare la pietra arenaria che, in tutto il mondo, fa conoscere Bedonia e Carniglia.
10 giorni alla scoperta di questo materiale e dei vari modi per lavorarlo e utilizzarlo: come copertura fino ad arrivare a lastricare aereoporti.

Oppure creare statue.

Già per due anni distinti il Simposio Internazionale di Scultura in Pietra di Carniglia ha saputo catturare la curiosità dei passanti nel parco della Peschiera di Bedonia.
Nel terzo anno di questa manifestazione atta a far conoscere questo materiale ad addetti ai lavori e non , oltre che nel promuovere altre iniziative legate a questa nostra materia prima, vi mostriamo i lavori svolti e ci fermiamo per qualche riflessione.

Iniziamo subito con i ringraziamenti e le segnalazioni per chi ha reso possibile questa esperienza:

il  Simposio Internazionale di Scultura fa parte di “Le mani e il sasso” progetto di cooperazione transnazionale coordinato da Soprip S.p.A., nell’ambito del programma comunitario Leader Plus, a cui partecipano, oltre che le Regioni Emilia Romagna e Piemonte,  anche i territori della Val d’Ossola e di Portodemouros in Spagna. Hanno aderito al progetto Provincia di Parma, i Comuni di Tornolo e Bedonia, la Comunità Montana Valli del Taro e del Ceno e Banca Monte. All’associazione culturale ITER di Parma, da tempo impegnata nella valorizzazione della Pietra di Carniglia e che ha curato le due precedenti edizioni del Simposio Internazionale di Scultura, è stata affidata la realizzazione dell’edizione 2006.

In seguito ad una selezione tra tutti i bozzetti e i progetti da realizzare in pietra arenaria si sono aggiudicati 10 giorni di vitto e alloggio a Bedonia con un blocco di pietra (max 70cm cubi) ed un rimborso spese di 1000Euro:

– STEFANO ZUCCHI, nasce a Premosello Chiovenda il 19.02.1972, geometra, segue un triennio in scienze geologiche, si specializza tramite un corso di restauro di opere artistiche in pietra presso l’Università di Granata in Spagna. Autodidatta, ha lavorato presso cave in Italia e Portogallo attualmente lavora presso l’azienda di famiglia che si occupa di estrazione e lavorazione di marmo e granito. Si è classificato al terzo posto al Concorso “Nuova vita per le pietre dell’Ossola” nel 2004.
– GIANCARLO REVERBERI, nasce a Parma il 25.07.1946, diplomato presso l’Istituto d’arte P.Toschi di Parma maestro d’arte, consegue la maturità artistica presso l’Istituto d’arte di Firenze e si laurea in architettura a Milano. Pittore, scultore e architetto, dal 1974 ad oggi ha partecipato con successo a numerosissime rassegne artistiche in Italia e all’estero.
– DAVIDE BELLO, nasce a Parma il 26.05.1977, consegue la maturità artistica presso l’Istituto d’arte P.Toschi di Parma e si diploma presso l’accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di scultura. Dal 1999 ad oggi ha partecipato con successo a numerose rassegne artistiche.
– HARUTYUN YEKMALYAN,nasce il 10.04.2006, si forma alla National Superior Art & Theatre school e alla Graduate Superior State & Theatre school of Armenia, vive e lavora in Francia, ed è membro del French National Sculptors Union e dell’International Association of Art.Ha partecipato in Italia, Francia e Armenia a numerosi simposi di scultura e a rassegne artistiche.
– VALERIANO HERNANDEZ FRAILE, vive e lavora a Salamanca in Spagna, ha partecipato dal 1987 molteplici rassegne artistiche e simposi in Spagna, Francia, Portogallo e Italia , realizzando inoltre una ventina di personali in Spagna , Belgio, Portogallo e Giappone.

Le opere rimarranno a disposizione del Comune di Bedonia e Tornolo per impreziosire l’arredo urbano.Simposio di scultura

Peccato che come sempre le iniziative del Comune di Bedonia (o in esso locate) causino immancabili polemiche:
la scelta del Parco della Peschiera come luogo di realizzazione delle opere, causando molta polvere, ha fatto storcere il naso a molti. Visto che era cosa saputa e risaputa dalle passate esperienze avrei trovato forse migliore spostarla nel “vecchio” giardino pubblico: più piccolo, appartato e riparato dalle piante.

Bella l’idea di mostrare al pubblico i bozzetti delle opere ma oltre ad aver visto tavole proposte in maniera casuale e senza molti commenti o filo logico, mancava in toto una segnaletica per i visitatori e, se non fosse stato per una responsabile che ci è venuta ad avvisare, non ce ne saremo nemmeno accorti.

La presentazione dei dieci giorni è avvenuta in una serata senza capo ne coda: le opere non sono state citate se non in maniera marginale, così come i loro autori (chiamati solo nominalmente). Nessuna storia di come l’opera nasca e cosa volesse comunicare. Un lungo chiacchericcio con il classico passa microfono dei vari enti/fondazioni/personaggi che vantavano il proprio merito e meritavano solo il proprio vanto.

O meglio, personalmente sono felice che si sia riusciti a racimolare soldi comunitari (e quindi anche nostri) per una manifestazioni tanto di nicchia quanto importante ma si nota la mancanza di un’organizzazione valida delle comunicazioni e dell’esposizione. A tal proposito sottolineo che per le vie del paese ospitante l’evento non vi era segnalazione di come raggiungere il simposio.

Chiaroscuri di un evento internazionale che forse non sarà possibile ripetere in un futuro prossimo e di cui i frutti tarderanno ad arrivare (la mostra virtuale etc.) ma sono sicuro che con un impegno maggiore potrà essere valorizzato. Prendendo come spunto eventi di Comuni vicini che, seppur a carattere locale, ottengono una pubblicità maggiore.

Le immagini di questa terza edizione le trovate nel nostro Archivio Fotografico:

.::Galleria Fotografica 

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