Nell’Appennino Parmense e particolarmente nella zona di Bedonia l’impiego di pietre nel campo edilizio era largamente utilizzato. Oggi, a differenza, si è standardizzato il modo di costruire e l’utilizzo di pietre è esclusivo di elementi caratterizzanti.
Tre sono le caratteristiche litologiche presenti, per la maggior parte, nella nostra zona.
Le rocce vulcaniche sono presenti in tutto il nostro territorio ed in particolar modo nella zona del Monte Penna (1735 mt.), zona in cui veniva utilizzata anche per l’edificazione. In Val Taro ed in particolare tra Carniglia e Tarsogno, vi è una forte concentrazione di rocce arenacee.
Specie nel passato questa forte concentrazione favoriva l’utilizzo di questo tipo di pietre per l’edilizia sia come muratura che come copertura.
Se prima l’utilizzo era predominante in vicinanza di siti di estrazione ora, con la moderna tecnologia, la pietra arenaria di questa zona è divenuta famosa in tutto il mondo perdendo però il suo utilizzo come muratura.
Il terzo gruppo di rocce, quelle calcaree, Š stato utilizzato esclusivamente per la produzione di calce. Questo procedimento, però, è stato praticamente abbandonato per vari motivi legati alla reperibilità e alla lavorazione di tale materiale. Se da un lato la roccia calcarea è stata abbandonata, l’inizio, nel 1840, della costruzione del Seminario di Bedonia, ha dato l’occasione per l’organizzazione e la quasi industrializzazione dell’arenaria. Inizialmente furono chiamati scalpellini pontremolesi per la lavorazione ma già nel 1852 Carniglia e i suoi manovali avevano ottenuto una specializzazione unica nella lavorazione dell’arenaria. Specializzazione che ancora oggi fa conoscere questa zona nel mondo.
Ogni anno Bedonia è inoltre teatro di una mostra simposio sulla pietra arenaria in cui si cimentano ed espongono artisti di tutto il mondo.
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